Blandamura: “Pronto fisicamente e di testa per la sfida più importante della mia carriera”

Dieci giorni alla grande sfida, valevole per il Titolo Mondiale WBA Pesi Medi, tra il Campione Ryota Murata (13v1s) e il nostro Emanuele Sioux Blandamura (27v2s). Evento che avrà luogo a Tokyo sul ring della Yokohama Arena domenica 15 Aprile e sarà trasmesso in diretta su FOX SPORTS (204 SKY). Domani Il Sioux del ring e il suo staff decolleranno da Fiumicino alla volta del Narita Airport della Capitale Nipponica, in modo da abituarsi al fuso orario e ultimare la preparazione in vista di quello che lo stesso Blandamura ha definito “l’incontro più importante della mia carriera”. SPOT TV MATCH CLICCA QUI

Domani partirai alla volta del Sol Levante dove tra dieci giorni salirai sul ring per sfidare il Campione del Mondo Murata. La prima domanda è, forse, abbastanza banale ma fondamentale: Come stai?

Molto bene, perché ho fatto tutto quello che si deve fare per preparare al meglio questa sfida, che è la più importante della mia carriera. E’ stata una preparazione lunga, accurata e molto faticosa, che mi ha permesso di arrivare nello stato di forma migliore al momento giusto. Un benessere che non è solo fisico ma anche mentale.

Ecco, quanto conta per un boxer stare bene di testa?

Quasi più del lato fisico. La psiche per un pugile è basilare, perché se non sei tranquillo, sereno, in pace con te stesso e conscio della tua forza e delle tue possibilità, le percentuali di una tua vittoria calano drasticamente. Io, come detto in precedenza, a livello mentale sto alla grande.

Serviranno tutte le tue forze sia fisiche che mentali per avere la meglio di Murata, con cui oltretutto andrai a incrociare i guantoni a casa sua.

Mi trovo nella situazione di dover andare a prendermi la cintura nella tana del Lupo, ma la cosa non mi spaventa per niente. Al di là dell’avere sicuramente il tifo contro, cosa ovvia boxando a Tokyo, saremo uno di fronte l’altro su un ring. Il Ring è casa mia e a casa mia non posso avere paura di niente e di nessuno.

Pensi che il giapponese attaccherà fin dall’inizio, cercando di metterti pressione? In poche parole, che match ti aspetti?

Credo che lui cercherà di pressarmi lavorando con il sinistro per poi entrarmi nella guardia con il destro. Dovrò essere bravo a non stare al suo gioco e metterlo in difficoltà muovendomi molto. Lui è uno straordinario pugile, come dimostrano i suoi risultati, ma io non mi sento da me e penso di avere un maggiore bagaglio esperienziale, che ho costruito in più di venti anni di carriera nei quali ho affrontato pugili formidabili come Soro, Saunders o Signani per citarne alcuni.

Tatticamente parlando, hai, insieme al tuo staff, studiato qualcosa di particolare?

Con Eugenio (Coach Agnuzzi, ndr) c’è un’empatia straordinaria anche nel preparare tatticamente gli incontri. Abbiamo visionato alcuni video dei suoi match, anche per capire i suoi punti di forza e di debolezza. In ogni caso il pugilato è uno sport fatto di situazioni che non si possono conoscere a priori, conta quindi anche molto il lato istintuale che ogni buon pugile deve possedere.

Ti sono serviti quasi venti anni per arrivare a un metro dalla cima dell’Everest pugilistico, sulla quale potresti raggiungere altri pugilatori tricolori che sono riusciti nell’impresa di conquistare il titolo mondiale. Immagino che ti passerà davanti agli occhi tutta la strada percorsa in questi 4 lustri.

Ricordo che quando entrai per la prima volta in palestra, dissi ai miei maestri di allora, Guido Fiermonte e Alberto Mancini, che ero lì per diventare Campione del Mondo. Ovviamente allora quella fu solo la smargiassata di un ragazzino di 18 anni, ma in sé aveva qualcosa di profetico visto che sono arrivato a 12 round dalla possibilità di trasformare in realtà quel mio sogno di adolescente. Riuscissi in questa impresa, la cosa più bella sarebbe entrare nella storia del nostro sport come in precedenza hanno fatto: Carnera, Benvenuti, Mazzinghi, Oliva, Stecca, loi, Rosi, il mio amico Giovanni De Carolis e tutti gli altri che sono riusciti a mettersi in vita la cintura di Campioni del Mondo.

Chi ti senti di ringraziare a poche ore dalla partenza per Tokyo.

In primis il mio manager Christian Cherchi, il mio staff e tutti i pugili che mi hanno dato una mano con lo sparring: Yuri Luparelli, Andrea di Luisa, Giovanni De Carolis e Orlando Fiordiglio. Poi la mia famiglia, poiché non è affatto semplice star vicino a un pugile, Veronica, lei sa perché, e il mio amatissimo e mai dimenticato Nonno Felice, che sarà con me sul ring della Yokohama Arena. Sono sicuro inoltre che con m ci sarà il tifo di tutti gli appassionati italiani che seguiranno il match grazie a Fox Sports Italia.

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